Dopo l’analisi costi-benefici di Bankitalia e la nascita del nuovo Governo è lecito domandarsi se le attuali scadenze e condizioni previste per il superbonus 110% saranno mantenute
di Gianluca Oreto – 25/10/2022
Dopo le analisi condotte da ANCE, Nomisma e Federcepicostruzioni, che hanno fornito interessanti spunti sulla sostenibilità economica e sociale del superbonus 110%, sta facendo discutere lo studio di Bankitalia “Costs and benefits of the green transition envisaged in the Italian NRRP. An evaluation using the Social Cost of Carbon”.
Uno studio a triplice firma pubblicato a ridosso della nascita nel nuovo Governo post Draghi, che sembra possedere tutte le caratteristiche del lavoro a commissione di chi tutto vuole meno che una analisi obiettiva degli effetti delle detrazioni fiscali del 110%.
Prima di entrare nel merito dei contenuti, qualche considerazione a latere è d’obbligo.
Partiamo dal principio: lo studio messo a punto da Bankitalia fa parte di una collana denominata “Occasional paper” che affronta tematiche di attualità rilevanti per la politica economica. Queste analisi, come conferma Bankitalia stessa, non rappresentano il punto di vista della Banca d’Italia ma sono solo “opinioni” le cui conclusioni non solo sono attribuibili esclusivamente agli autori che le hanno realizzate ma non impegnano neppure la responsabilità dell’Istituto bancario.
Presentare lo studio sul superbonus come il punto di vista di Banca d’Italia sull’argomento significa solo mistificare la realtà, visto che rappresenta unicamente i 3 autori che lo hanno realizzato:
Come ogni position paper che si rispetti e possa essere pubblicato sulle più importanti riviste scientifiche, anche questo parte da alcuni presupposti. Primo fra tutti è che la politica sui cambiamenti climatici deve essere inquadrata all’interno di una analisi costi-benefici nel breve periodo nonostante le variabili da osservare abbiano spesso orizzonti temporali molto estesi.
Pensate, molto semplicemente (ma io sono un semplice ingegnere e non un fine economista), ad un intervento di riqualificazione di un immobile con:
Investimenti che secondo gli autori vanno valutati nel breve termine.
Ma, mentre un normale contribuente necessita di un orizzonte temporale breve (generalmente 10 anni è il limite massimo di percezione) per valutare il quadro economico e appurare il ritorno dell’investimento (ROI), le analisi politico-economiche dovrebbero sempre considerarne gli effetti sistemici all’interno della vita utile di questi interventi (decisamente più ampia rispetto a 10 anni).
Alcune domande dovrebbero calibrare le analisi sull’argomento:
Tra le altre cose, in premessa gli autori del lavoro confermano pure che l’approccio da loro utilizzato non è l’unico che esiste e ammettono che è ancora in corso un “vivace dibattito accademico” sulla sua adeguatezza. Sostanzialmente l’analisi si basa su approcci teorici, non supportati da numeri ma che vorrebbero indirizzare la politica economica di un Paese.
Secondo gli autori dell’occasional paper, il loro studio fornirebbe una “valutazione quantitativa di base” dei progetti verdi inclusi nel PNRR italiano utilizzando stime all’avanguardia sulla base di un parametro da loro inventato e che al momento non risulta essere stato confermato da nessuno (autori a parte).
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https://www.lavoripubblici.it/news/superbonus-110-cosa-attende-2023-29578